Assistenza4.0 si racconta al Convegno “Sanità Pubblica e Aree Interne: il contributo delle imprese sociali e del no-profit”

 


Il Progetto Assistenza 4.0 è in continua evoluzione, assumendo nuove linee e perfezionandosi in un work in progress senza sosta. Un progetto “azzeccato”, che lo porta a farsi conoscere tra i principali attori della medicina territoriale. Non è un caso che Michela Arragoni, responsabile del Progetto, sia stata tra le ospiti convocate per il rilevante convegno “Sanità Pubblica e Aree Interne – Il contributo delle imprese sociali e del no-profit”, organizzato lo scorso 13 dicembre dal Consorzio “Il Picchio” presso la Bottega del Terzo Settore di Ascoli Piceno.

 L'evento, che ha visto la partecipazione di numerosi esperti, rappresentanti istituzionali e operatori del settore, si è focalizzato sulle sfide e le opportunità per il settore sanitario nelle aree interne e nelle zone piccole e rurali, sempre più lontane dai grandi centri urbani.

È stato anche in questa occasione che Michela Arragoni ha avuto l’opportunità di presentare l'iniziativa che sta rivoluzionando l'assistenza nelle zone più remote. «Grazie a questo progetto, siamo riusciti a prenderci cura delle persone direttamente nei loro luoghi di vita» ha spiegato, introducendo l’importanza di un approccio sanitario mobile e integrato.

Chi passa di qui di sicuro già ci conosce: il Progetto Assistenza 4.0 offre una serie di servizi sanitari attraverso camper equipaggiati con tecnologia all’avanguardia, in grado di portare direttamente nelle case delle persone diagnostica, radiologia mobile, telerefertazione, supporto psicologico ed educazione sanitaria. Questo approccio innovativo ha permesso di rendere l’assistenza più vicina ai cittadini, con un'attenzione particolare alle necessità delle persone più vulnerabili, come gli anziani.

La struttura mobile in questione è nata dall’idea di una rete di cooperative sociali già attive in tal senso, tra cui la stessa Cooperativa Sociale Il Picchio che, con i suoi 40 anni di esperienza nel settore, ha permesso di portare i servizi sanitari direttamente nei piccoli paesi dell’entroterra marchigiano, garantendo anche la telemedicina e il monitoraggio remoto dei parametri vitali.

A tal proposito Domenico Panichi, presidente del Consorzio, durante l’evento ha sottolineato l’importanza della collaborazione tra vari attori sociali, per far sì che l’assistenza al cittadino diventi davvero capillare, tempestiva e il più possibile idonea: «Credo che solo stringendo la cooperazione con il governo regionale, le istituzioni sanitarie locali e gli altri interlocutori del settore, potremo dare risposte sempre più adeguate ed efficaci alle persone e alle nostre comunità». E proprio la collaborazione tra il pubblico e il privato, in un'ottica di integrazione tra i vari attori del settore sanitario e sociale, è un obiettivo ineludibile.

Non poteva mancare la voce di Marco Fioravanti, sindaco di Ascoli Piceno, che ha partecipato con un videomessaggio, rimarcando la necessità di superare l'approccio burocratico che guarda solo ai numeri. In questo modo ha fatto luce su un aspetto veramente importante dell’assistenza sanitaria: siamo in una società governata dai numeri. “Più numeroso” coincide erroneamente con “più meritevole d’attenzione”, e invece non è così: Fioravanti ha sottolineato che nelle piccole comunità, dove a volte i numeri sono molto ridotti, i servizi fondamentali come la sanità e l’educazione non devono mai venire meno. «Creare un nuovo modello di sviluppo che ponga sempre al centro il benessere delle persone» è una sfida che le aree interne non possono più permettersi di ignorare. Anche perché parliamo di luoghi che hanno mostrato un alto grado di coesione e forza persino dopo calamità naturali dalla portata devastante, come ha rilevato mons. Gianpiero Palmieri, vicepresidente CEI e vescovo delle due Diocesi del Piceno. «Le ultime vicende sismiche ci hanno fatto riscoprire come i territori interni siano capaci di creare coesione: anche se intorno ci sono solo rovine, le persone riescono ancora a tessere relazioni che le tengono strette le une alle altre» ha detto, sottolineando l'importanza di rafforzare l'identità collettiva attraverso iniziative che stimolino la partecipazione e la coesione, ma anche facendo sì che le popolazioni locali non abbandonino il proprio posto d’origine. Questo è possibile solo favorendo nuovi posti di lavoro, elemento che più di tutti restituisce dignità e speranza alla gente. Un lavoro dignitoso è stato anche il focus dell’intervento di Massimo Stronati, presidente regionale di Confcooperative, e del dott. Giuseppe Amici, presidente di UNCEM Marche (Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani), che sostengono l’importanza dello sviluppo delle comunità in tal senso.

Nel corso dell’incontro, anche Monica Acciarri, consigliera regionale, ha parlato dell'urgenza di affrontare il calo demografico nelle aree interne. «Un quarto della popolazione dell’entroterra ha più di 65 anni. A questo invecchiamento della popolazione si aggiungono anche le ulteriori difficoltà legate al terremoto. Dobbiamo quindi affrontare insieme le sfide che ci attendono» ha affermato, aggiungendo che la Regione Marche ha recentemente dato maggiore autonomia agli enti locali nella gestione dei fondi, pur riconoscendo che i fondi sono spesso insufficienti e mal gestiti. È chiaro, quindi, che bisogna migliorare la gestione e aumentare la collaborazione tra il Terzo Settore e la sanità pubblica per dare risposte più efficaci ai cittadini. 

Tali risposte diventano più cruciali nel momento in cui si parla di pazienti fragili. È proprio a loro che dedica attenzione l'intervento di Giuseppe M. Milanese, presidente di Confcooperative Sanità: «C'è un anelito nel mondo che chiede la cooperazione, perché cooperare significa mettere insieme le braccia e la testa e raggiungere quindi obiettivi più grandi. Questo è particolarmente vero nell'ambito della cura dei fragili» ha detto, citando anche un esempio che ha suscitato interesse: il caso di Rocca Calascio, un piccolo comune abruzzese dove, grazie alla tecnologia del telemonitoraggio, molti anziani sono riusciti a restare a casa, evitando l'istituzionalizzazione.

Le testimonianze di progetti di successo sono state numerose. È stata citata anche la cooperativa Medici Insubria SC di Olgiate Comasco (CO), composta da 800 medici di medicina generale, ha dimostrato come la medicina possa passare da una logica di attesa a una di iniziativa, prendendo in carico attivamente i pazienti cronici. Dall’altro, la Cooperativa Sociale Stamira, di cui il presidente Maurizio Conte ha presentato il modello di cura domiciliare, basato sull’equità e la sostenibilità, in grado di rispondere alle necessità dei pazienti attraverso una relazione continua e personalizzata.

Tra questi interventi, anche quello del prof. Luigino Bruni, economista e storico del pensiero economico, Ordinario di Economia Politica alla LUMSA di Roma, direttore scientifico di “The Economy of Francesco” e presidente di SEC (Scuola di Economia Civile).

Bruni ha parlato della cura come valore collettivo, ossia come compito non esclusivo dei professionisti del settore, bensì una responsabilità di tutta la comunità: «La cura è una dimensione che non può appartenere solo ai medici, agli infermieri o ai badanti, ma deve essere di tutti».

Il convegno si è concluso con un momento di celebrazione, durante il quale il presidente Domenico Panichi ha ricevuto una torta per i quarant'anni dalla fondazione de “Il Picchio”, a testimonianza di un lungo cammino di successi e impegno.

Questo convegno ha rappresentato un’importante occasione per riflettere insieme sulle opportunità offerte dal Terzo Settore nelle aree interne, in un momento di grande cambiamento per la sanità e il welfare pubblico. Il Progetto Assistenza 4.0, con la sua capacità di rispondere prontamente alle esigenze sanitarie delle persone, ha confermato ancora una volta il suo impegno verso una sanità più inclusiva e vicina alla comunità.

L’evento è stato organizzato con il patrocinio del Comune di Ascoli Piceno, della Regione Marche, di Confcooperative - Confederazione delle Cooperative Italiane e all'Unione Montana del Tronto e Valfluvione, ed è stato moderato dalla conduttrice di TV2000 Eugenia Scotti.