“Telemedicina” è un termine che unisce le parole “medicina” e “telematica”, e si riferisce dunque all’applicazione delle tecnologie informatiche e delle telecomunicazioni al mondo sanitario.
La telemedicina rende l’accesso ai servizi sanitari immediato e possibile in qualsiasi parte del mondo, anche nelle zone più remote. Tuttavia, la telemedicina ha assunto significati sempre più variegati che si sono sviluppati nel corso degli anni.
Un po’ di storia: le tappe della telemedicina
Siamo negli anni ’70, e in quel decennio si cominciava a far strada l’idea di aiutare quei pazienti che non potevano recarsi fisicamente dal medico. È stato allora che lo statunitense Thomas Bird ha coniato il termine “telemedicina” per indicare un servizio sanitario senza la necessità di compresenza fisica di medico e paziente, utilizzando un sistema di comunicazione alternativo.
Negli anni ’80 e ’90 il concetto di assistenza del paziente tramite le tecnologie ICT si faceva sempre più strada e si rendeva sempre più reale. Fu allora che la telemedicina entrò nell’interesse anche dell’Unione Europea e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che ne intravedevano l’incredibile potenziale senza i limiti fisici spazio-temporali.
Ma sarà negli anni 2000, con l’avvento di Internet, che la telemedicina si svilupperà in tempi rapidissimi, andando a guadagnare la stessa dignità e credibilità dei servizi sanitari tradizionali, con il plus dell’immediatezza indipendentemente dalle distanze.
Nel 2017, l’OMS introduce il concetto di digital health, che abbraccia l’e-health, l’accesso ai servizi sanitari per le aree più remote, l’uso dei big data e l’intelligenza artificiale.
Il 2020, con l’irruzione violenta della pandemia da Covid-19, ha reso la telemedicina indispensabile, considerando l’estrema difficoltà ad accedere fisicamente alle strutture sanitarie. Questo drammatico momento è stato un incredibile acceleratore di sviluppo, che ha fatto comprendere l’importanza della medicina digitale: già nell’aprile del 2020, infatti, l’Istituto Superiore di Sanità pubblicò le “Indicazioni ad interim per servizi assistenziali di telemedicina durante l’emergenza sanitaria Covid-19”, e a dicembre dello stesso anno il Ministero della Salute emise le “Indicazioni Nazionali per l’erogazione di prestazioni in telemedicina”, per regolare in tutta Italia teleconsulto, teleassistenza e telerefertazione.
L’esperienza della pandemia da Covid-19 ha sicuramente messo in evidenza la necessità di supportare gli sviluppi tecnologici e culturali collegati alla telemedicina, presentandosi come un punto di evoluzione senza ritorno.
Telemedicina: tutte le declinazioni possibili
Se il termine “telemedicina” è molto generico, nella pratica cosa vuol dire? Ecco alcune delle sue declinazioni oggi disponibili.
Applicazioni mobile (app). Le app di telemedicina consentono agli utenti di consultare i medici, monitorare la propria salute, gestire i propri dati medici e persino ricevere prescrizioni attraverso dispositivi mobili come smartphone e tablet.
Teleconsulto. Permette ai pazienti di consultare i medici e altri operatori sanitari tramite videoconferenza o telefonata. Questo consente di ottenere consulenze mediche senza dover visitare fisicamente un ospedale o uno studio medico.
Condivisione di dati medici. Questa declinazione consente ai pazienti di condividere i propri dati medici, come risultati di test, referti medici, immagini diagnostiche (radiografie o risonanze magnetiche) con i medici e gli specialisti a distanza per valutazioni e consulenze.
Telemonitoraggio. Questo tipo di telemedicina consente ai medici di monitorare i pazienti a distanza, controllando costantemente parametri vitali come pressione sanguigna, glicemia e battito cardiaco, il tutto attraverso dispositivi di monitoraggio remoto.
Telechirurgia. Questa declinazione avanzata della telemedicina consente ai chirurghi di eseguire interventi utilizzando robot e tecnologie di telecomunicazione avanzate.
Teleriabilitazione. Consiste nell'offrire servizi di riabilitazione a distanza attraverso la telemedicina. I pazienti possono ricevere istruzioni, esercizi e monitoraggio da parte dei terapisti senza la necessità di recarsi fisicamente presso una struttura sanitaria.
E-health. Questo termine più generico è spesso utilizzato per indicare l'uso di tecnologie dell'informazione e della comunicazione (ICT) nell'ambito della salute. Include varie applicazioni come la gestione elettronica dei registri sanitari, l'assistenza sanitaria online, l'educazione sanitaria online e altro ancora.
Telepsicoterapia. Questa declinazione si concentra sull'offrire servizi di consulenza e trattamento per la salute mentale a distanza, compresi colloqui con psichiatri, terapie psicologiche online, supporto per disturbi mentali e altri servizi correlati.
Telemedicina: vantaggi e svantaggi
La telemedicina è un valido e indispensabile supporto alla medicina tradizionale, tuttavia può solo affiancarla e non sostituirla, principalmente perché la componente relazionale umana è fondamentale perché si crei la giusta (e necessaria!) comunicazione empatica tra medico e paziente.
Tra gli indiscutibili vantaggi della telemedicina, vi è il più facile accesso ai servizi sanitari, da qualunque parte del mondo e in qualsiasi momento. Ma non solo: tramite le app e i sistemi di condivisione di dati, le condizioni mediche dei pazienti possono essere controllate in qualsiasi momento (fondamentale nei casi di patologie croniche che possono sfociare in eventi gravi, come quelle cardiovascolari). Inoltre, la telemedicina è davvero molto versatile, adattandosi – come abbiamo già illustrato – al supporto della salute mentale, dell’assistenza dietologica e nel monitoraggio di malattie croniche e metaboliche.
Tra gli svantaggi, si annovera la possibile discriminazione di alcuni tipi di pazienti, come quelli più anziani e con meno cultura digitale, che potrebbero avere difficoltà nell’utilizzare le nuove tecnologie. Inoltre, la telemedicina ancora necessita di essere regolamentata in modo chiaro e definitivo, soprattutto per quanto riguarda i dati sanitari e la privacy, su cui verte molta preoccupazione. Non dimentichiamo, infine, l’importanza dell’intuito umano sia in fase di diagnosi che di prescrizione delle cure, intuito favorito sicuramente da un contatto fisico.
In conclusione, è abbastanza evidente che il futuro della medicina digitale sia fortemente promettente, tuttavia resta fondamentale prestare attenzione a non passare da un eccesso all’altro, che può voler dire mitizzarla o demonizzarla. Come tutti gli strumenti di stampo tecnologico, l’uso che se ne fa è in funzione umana, e tale deve restare per rendere questo approccio davvero funzionale e per non disumanizzare il rapporto medico-paziente.