Riforma dell'assistenza a disabili e anziani non autosufficienti: nuova sperimentazione dal 2025. Sarà sufficiente?




Dal 1° gennaio 2025 prenderà il via una nuova fase di sperimentazione delle riforme dedicate a persone con disabilità e anziani non autosufficienti. Le misure, sostenute dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e previste dalle leggi delega 227/2021 e 33/2023, puntano a creare un sistema di assistenza più integrato e personalizzato.

Un nuovo modello per le persone con disabilità

Al centro della riforma per le persone con disabilità c’è il “Progetto di Vita”, un percorso individuale che prende in considerazione le specifiche esigenze, aspirazioni e potenzialità di ciascun individuo. L’obiettivo è favorire un’inclusione sociale più completa e migliorare la qualità della vita, concentrandosi non solo sulle difficoltà, ma anche sul contesto in cui la persona vive. Ogni caso sarà seguito da un’équipe multidisciplinare che affiancherà la persona nel percorso di definizione di un progetto su misura, con un focus su aspetti sanitari, sociali ed economici. 

Il “Progetto di Vita” al momento è realizzato in nove province italiane (Brescia, Catanzaro, Firenze, Forlì-Cesena, Frosinone, Perugia, Salerno, Sassari e Trieste) per un periodo di 12 mesi. Dal 2026 sarà attivo su tutto il territorio nazionale.

I nuovi strumenti per la valutazione delle condizioni di disabilità e per l’accesso ai servizi di supporto saranno sperimentati con l’obiettivo di definire un modello più efficace e sostenibile, in quanto incentrato sul singolo individuo.

Le fasi della sperimentazione comprenderanno:

  • Una Valutazione Multidimensionale (VM). Si tratta di un'analisi complessa che considera la salute, le relazioni sociali, il benessere psicologico ed economico della persona. I componenti della VM sono il paziente stesso o il suo tutore, un assistente sociale e uno o più professionisti sanitari designati dall’ASL di riferimento.
  • Definizione degli obiettivi personali. Questi possono essere di vario tipo: maggiore autonomia, inclusione lavorativa o scolastica, miglioramento della salute e della partecipazione sociale.
  • Identificazione degli interventi necessari. Le azioni da realizzare possono essere diverse, a seconda del singolo caso: assistenza domiciliare, supporto psicologico, riabilitazione e accompagnamento nel mondo del lavoro.

Ogni progetto è coordinato da un referente dedicato (in genere lo stesso assistente sociale) che monitora l’andamento e l’adattamento delle misure in base alle necessità emergenti.


Riforma per gli anziani non autosufficienti

Parallelamente, la riforma prevede l’introduzione di misure innovative per gli anziani non autosufficienti, con l’obiettivo di promuovere una maggiore integrazione dei servizi e un miglioramento dell'inclusione sociale. Un elemento centrale di questa riforma è la “Prestazione Universale”, un assegno mensile destinato agli anziani ultraottantenni con gravi necessità assistenziali. La sperimentazione della “Prestazione Universale” è di durata biennale, dunque 2025-2026.

A partire dal 2025, circa 30.000 anziani in condizioni di gravissima non autosufficienza hanno diritto a un contributo di 850 euro al mese, integrato all’indennità di accompagnamento. L’accesso a questo beneficio è limitato da un ISEE sociosanitario inferiore a 6.000 euro, con un fondo di 200 milioni di euro per il 2025 e 300 milioni per il 2026. Il contributo può essere utilizzato per retribuire assistenti domiciliari regolarmente assunti o per acquistare servizi da aziende specializzate nel settore sociosanitario.

L’INPS è l’ente incaricato di gestire le domande e monitorare l’uso del contributo, garantendo il rispetto delle normative e la revoca dei benefici in caso di utilizzo non conforme.

Le sfide da affrontare

Tutto perfetto sulla carta. Ma… arriviamo al dunque. Mentre la Legge Delega 33/2023 promette servizi domiciliari migliorati, servizi residenziali adeguati e una riforma dell’indennità di accompagnamento, il Decreto Attuativo 29/2024 lascia molte di queste promesse inattuate, attuate parzialmente o addirittura rimandate.

Nonostante l’importanza delle nuove riforme, alcune criticità restano evidenti. Le risorse stanziate sembrano insufficienti rispetto al numero di persone con disabilità e anziani non autosufficienti in Italia: si stima che oltre 7,6 milioni di italiani ricevano una pensione o un’indennità legata alla disabilità, con un’incidenza particolarmente alta tra gli over 65. Inoltre, le misure per gli anziani non autosufficienti escludono una parte significativa della popolazione a causa di criteri di accesso troppo restrittivi.

È abbastanza palese che, per quanto le riforme previste siano un passo importante verso un modello di assistenza più inclusivo e personalizzato, non sono abbastanza: per avere un impatto concreto sulla vita quotidiana delle persone con disabilità e degli anziani non autosufficienti, sarà fondamentale garantire risorse adeguate e un'implementazione uniforme su tutto il territorio nazionale. Solo così sarà possibile trasformare queste iniziative in un reale miglioramento delle condizioni di vita per milioni di cittadini italiani.